Calcolo Naspi 2019: cambia l’importo massimo previsto. Quanto spetta a chi perde il lavoro?
Per la Naspi 2019 ci sono da segnalare dei piccoli cambiamenti, senza dimenticare che siamo in attesa della nuova Legge di Bilancio che potrebbe portare ulteriori novità, anche in vista dell’entrata in vigore del reddito di cittadinanza da marzo 2019.
A chi spetta la Naspi 2019
La Naspi 2019 – Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’impiego – ossia il nuovo sussidio di disoccupazione, spetta ai lavoratori subordinati che perdono involontariamente il lavoro a causa di licenziamento o si dimettono dal proprio impego per giusta causa. Il lavoratore disoccupato, in possesso di tutti i requisiti di legge, può contare su questa misura a sostegno del reddito.
I requisiti di legge per ricevere la Naspi 2019
La Naspi spetta a determinate categorie di lavoratori:
- dipendenti a tempo indeterminato e determinato
- apprendisti
- soci lavoratori di cooperative con rapporto di lavoro subordinato
- dipendenti a tempo determinato della P.A.
- lavoratori domestici con la Naspi colf.
Quali sono i contributi necessari?
Oltre ad essere in possesso dei determinati requisiti, è necessario aver versato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti al licenziamento. Non sono da considerare i periodi di cassa integrazione straordinaria e ordinaria a zero.
Quali le novità della Naspi 2019?
Fin’ora abbiamo elencato i requisiti base per poter accedere al sussidio, ma dal 1° gennaio 2019 scatterà la rivalutazione delle pensioni. Questa modifica si è resa necessaria a causa della perequazione: meccanismo con cui il potere di acquisto della pensione resta inalterato negli anni nonostante le oscillazioni dell’inflazione. Gli importi degli assegni previdenziali saranno incrementati nella misura dell’1,1% come ufficializzato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Avrà effetto non solo sulla pensione, ma anche sugli importi dell’indennità di disoccupazione Naspi.
L’importo medio mensile ricevuto sarà più alto
Infatti, la rivalutazione comporterà un aumento anche dei limiti dell’indennità di disoccupazione, con il risultato che l’importo mensile riconosciuto al disoccupato sarà leggermente più alto rispetto a quanto percepito oggi. Per capire meglio cosa cambia, vediamo qual è il metodo utilizzato per il calcolo della Naspi.
Come si calcola l’importo della Naspi
In primis è bene ricordare quelli che sono i requisiti da soddisfare per beneficiare dell’indennità di disoccupazione Naspi:
- perdita del lavoro per cause non dipendenti dal lavoratore (licenziamento, dimissioni per giusta causa, mancata trasformazione da apprendistato a contratto a tempo indeterminato);
- 13 settimane contributive nei 4 anni precedenti al periodo di disoccupazione;
- 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti al periodo della disoccupazione.
Qualora il richiedente soddisfi i suddetti requisiti, gli verrà riconosciuta la Naspi per la metà delle settimane contributive presenti negli ultimi 4 anni. Di conseguenza, quindi, l’indennità viene corrisposta per un massimo di 24 mensilità (2 anni).
Al lavoratore spetta il 75% dello stipendio
Per il calcolo dell’assegno mensile bisogna prendere come riferimento il reddito del lavoratore negli ultimi 4 anni di lavoro. Nel dettaglio, la Naspi equivale al 75% dell’imponibile medio, con una riduzione del 3% a partire dal 4° mese per ogni mese di percezione dell’indennità.
C’è da sottolineare due differenze che riguardano l’importo dello stipendio del lavoratore.
- Se l’importo dello stipendio medio è pari o inferiore alla soglia di 1.208,15€, si utilizza il calcolo appena descritto.
- Qualora sia superiore, dell’importo eccedente la suddetta cifra se ne prende un ulteriore 25% che si andrà ad aggiungere all’indennità di disoccupazione precedentemente calcolata. Nel complesso l’importo della Naspi nel 2018 non può superare i 1.314,30€.
Nuovi importi nel 2019
La perequazione avrà quindi delle conseguenze sull’importo massimo della Naspi e sulla soglia utile per il calcolo. Nonostante non sia arrivata la circolare dell’Inps con la quale saranno ufficializzati gli importi, possiamo dire che anche in questo caso l’incremento sarà dell’1,1%.
Le nuove regole della Naspi 2019
Di conseguenza, nel 2019 il calcolo della Naspi rispetterà le seguenti regole:
- si prende il 75% dello stipendio medio percepito dal lavoratore negli ultimi 4 anni per la parte che non supera i 1.221,44€ (anziché i 1.208,15€ del 2018);
- della parte di stipendio che eccede il suddetto limite se ne prende il 25%, fino al raggiungimento di un importo mensile non superiore ai 1.328,76€ (piuttosto che 1,314,30€).
Nessuna novità invece per la riduzione del 3% che si applica ogni mese sull’assegno a partire dal 4° mese di fruizione della Naspi.
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